La flotta mercantile svizzera che solca gli oceani
É dalla seconda guerra mondiale che esiste una flotta di grandi navi mercantii che solcano mari e oceani per garantire rifornimenti alla Svizzera. Sembra una storia incredibile, ma è storia e realtà contemporanea.

Durante la seconda guerra mondiale molte delle navi appartenenti alla flotta furono oggetto di bombardamenti, ad esempio la Generoso, colpite da fuoco di artiglieria o da mine nel Mar Mediterraneo, al largo delle coste della Francia.
Le navi della flotta sono state battezzate con nomi di storia e geografia svizzera: Général Guisan, Matterhorn; Bernardino, e fra di loro vi sono enormi navi cargo per il trasporto di granaglie, carbone, acciaio e bauxite, ma anche navi per trasporti chimici per il trasporto di acidi e prodotti raffinati da un continente all’altro, a seconda della domanda e dell’offerta, quindi non solo per il rifornimento della Svizzera via i porti di Rotterdam e Basilea, al giorno d’oggi. Ed esistono ben sei imprese di spedizione, tre nella svizzera tedesca, precisamente a Zurigo, e tre nella svizzera francese, sulle rive del Lago Lemano, che hanno ben 49 navi cargo che solcano le acque sotto bandiera navale svizzera, il numero più elevato mai raggiunto dalla confederazione.
La Tzoumaz, la Diavolezza, e la Bregaglia sono le navi più grandi mai costruite per la flotta mercantile svizzera. E sono le tre navi costruite per la prima volta in cantieri del Vietnam per l’armatore Suisse Atlantique Société de Navigation Maritime SA. Duecentoquaranta metri di lunghezza e trentotto di larghezza, progettate per poter transitare nel rinnovato canale di Panama, inaugurato sempre nel 2016.
Con le tre nuove enormi navi, la Svizzera ha raggiunto un nuovo record: quello dei volumi mai trasportati prima, tuttavia a fare da contrappunto vi sono sempre meno marinai e graduati svizzeri a viaggiare con ogni tempo sulle acque tempestose o calme degli oceani. Non dovrebbe sorprendere, tuttavia, questo fatto: la Svizzera non è terra di marinai d’acqua salata. Non solo, i bassi livelli degli stipendi (che, per esempio, nel 1967 erano portati a livello di quelli svizzeri di terraferma con un intervento diretto della Confederazione, e ciò aveva portato il numero di lavoratori svizzeri di mare a 600), la lunga distanza dai porti alle città e le brevi soste sulla terraferma scoraggiano i giovani svizzeri dall’intraprendere una carriera marittima sui mercantili. Il personale a bordo oggi è composto per la maggior parte da Filippini, Croati, Russi, Ucraini, e rimane un solo Capitano di nazionalità Svizzera.
La svizzera, con le sue navi cargo, è la nazione senza sbocco al mare con la più grande flotta commerciale, e precede la Mongolia. E arriva a rappresentare un millesimo del tonnellaggio trasferito via mare in tutto il mondo. E non è poco, per una nazione che il mare lo ha piuttosto lontano.
Al mondo 175 nazioni possiedono una flotta mercantile, e la Svizzera si piazza al cinquantanovesimo posto fra di esse. Per avere bandiera svizzera, i cargo devono appartenere a un armatore svizzero, almeno il 51% delle azioni dell’azienda armatrice devono apparendere a persone che risiedano in Svizzera e la flotta deve essere pronta ad assicurare i rifornimenti necessari alla Svizzera in caso di conflitti o di crisi.