I castelli di Bellinzona: un sito Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO
Con I suoi castelli, le mura, le torri e le porte, Bellinzona è una città-fortezza dalla bellezza impressionante, fonte di meraviglia e stupore, situata com’è fra le montagne e il verde delle valli.

Castelgrande, Bellinzona
In tempi antichi, i castelli medioevali di Castelgrande, Castello Montebello e Castello Sasso Corbaro proteggevano la città della quale oggi sono le bellezze più evidenti. Rimangono solo dei resti delle mura fortificate che una volta circondavano e proteggevano tutta la città, che era un’importante linea difensiva già per gli antichi romani. I primi riferimenti scritti alla città e alle sue fortificazioni datano il 590.
Castelgrande o Castello di San Michele o burg Uri è il più antico delle tre costruzioni: due torri, la Torre Nera, alta 28 metri, e la Torre Bianca, alta 27 metri, dominano la città vecchia di Bellinzona. All’interno di questo antico maniero si trovano oggi il Museo Archeologico e il Museo d’Arte.
Il Castello Montebello, insieme a Sasso Corbaro, sono i due edifici medioevali meglio preservati della Svizzera e l'insieme dei tre castelli e delle fortificazioni cittadine è oggi sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
L'insieme delle fortificazioni, infatti, è l'unico esempio visibile nell'arco alpino di architettura medioevale che comprenda diversi castelli uniti da mura fortificate a protezione della popolazione civile, e costituisce un caso eccezionale fra le più grandiose fortificazioni del quindicesimo secolo, sia per dimensione architettonica, influenzata dalla posizione e dalla topografia, sia per l'eccellente stato di conservazione dell'insieme .
Castelgrande, in cima alla sua proibitiva collina rocciosa, è il centro naturale delle fortificazioni. Fino al tredicesimo secolo le fortificazioni erano costruite esclusivamente in questo posto, difficile da raggiungere da ogni lato. La cima della collina, piatta e vasta, inaccessibile da nord a causa delle formazioni rocciose quasi verticali, e leggermente più accessibile da sud grazie a una scalinata faticosa, ha un dimaetro di 150-200 metri e oggi appare come un grande spazio vuoto racchiuso fra le mura. Nel quindicesimo secolo, infatti probabilmente furono abbattuti moltissimi edifici, così come nel diciannovesimo secolo fu quasi integralmente abbattuto l’arsenale. Nel pieno del Medioevo tuttavia, era suddiviso in varie parcelle e doveva contenere un numero di uffici maggiore di quello che riusciamo a immaginare oggi. La ragione per la loro demolizione fu la necessità di liberare lo spazio per trovare alloggio a contingenti di truppe quando ve n’era la necessità. Oggi si può raggiungere facilmente Castelgrande grazie all’ascensore posto alla base della collina rocciosa, oppure con una camminata attraverso stradine strette e in salita che portano dal centro della città vecchia all’ingresso nella cinta muraria a metà della collina, ingresso che risale al tardo Medioevo.
La Torre Nera, più o meno al centro del Castello, è del primo Trecento, la Torre Bianca, l’edificio più elevato di Castelgrande, è probabilmente del Tredicesimo secolo. All’interno del castello si trovano altri edifici a pianta quadrata di varie epoche, scavi hanno rivelato tracce di insediamenti preistorici e strati che contengono resti romani e un pozzo medioevale, ma anche parti di tombe medioevali che appartenevano al cimitero della chiesa parrocchiale di allora, San Pietro. Della cappella dedicata a San Michele restano solo le fondamenta, e si trovano fra la Torre Nera e la Torre Bianca. Si possono notare anche tracce di un’altra chiesa, dedicata questa volta alla Madonna, sul perimetro esterno occidentale. L’ala meridionale ospita oggi il museo dei ritrovamenti archeologici che narrano la storia costruttiva del castello, ma anche i soffitti decorati di Casa Ghiringhelli, un antico ristorante, l’Albergo della Cervi (1470/80) e reperti della zecca di Bellinzona del sedicesimo secolo.
Castello di Montebello, Bellinzona
La febbrile attività di restauro e costruzione della seconda metà del Quattrocento ha riguardato soprattutto l’aumento delle fortificazioni esterne, con la costruzione di mura merlate esterne e un grande fossato con ponte levatoio a loro protezione, quartieri per le sentinelle dotati di latrine, zone dedicate alla difesa armata verso l’esterno delle mura. Nel quindicesimo secolo Montebello era considerato, alla fine di tutti questi lavori, come il più adatto dei tre castelli a operazioni di difesa su larga scala in caso di guerra, ed è chiaro che i Duchi di Milano, modificando e facendo aggiunte alla struttura originale, volessero ridare alle fortificazioni a Bellinzona il loro intero potenziale difensivo.
A Montebello oggi è ospitato il Museo Civico, con la sua collezione archeologica di ritrovamenti preistorici del Ticino.

Sasso Corbaro, Bellinzona
Parte importante del sistema di fortificazione di Bellinzona sono anche le mura e la Murata. Le mura sono divise in due parti e le loro estremità si estendono sulla collina e uniscono Castelgrande e Montebello in modo tale da rendere indistinguibile la fine delle mura cittadine e l’inizio delle mura del castello. Una parte delle mura sale verso Montebello, l’altra parte circonda le aree della città che si trovano a sud della Piazza Nosetto. Ancora oggi sono presenti circa il sessanta per cento delle mura originali, anche se nel tempo, per permettere il passaggio di pedoni e veicoli, sono state demolite varie parti, fra le quali le tre porte originarie di accesso alla città. Le mura erano corredate di numerosissime torri e quasi certamente di un fossato di protezione, indispensabile in pianura, oggi completamente scomparso.

La Murata, Bellinzona